Di forma rettangolare con angoli stondati, è sorretto da quattro piedini a guisa di zampa di aquila con artigli che afferrano una sfera. La scatola finemente cesellata e sbalzata a volute e motivi fogliacei presenta degli inequivocabili richiami al gusto orientale, come i quattro fiori di loto che fuoriescono dallo smalto a fuoco rosso steso nei quattro angoli del coperchio. Lo stesso fiore è poi ripreso, in ogni riserva di cui è composta lo scrigno, all’interno delle quali si trovano delle sottilissime lastre in vetro color zaffiro. La cordonatura del coperchio è stata realizzata con zaffiri e rubini incastonati in alternanza che arricchiscono ed impreziosiscono l’oggetto e si combinano armoniosamente agli smalti, blu e rosso, presenti sul corpo della scatola e sul coperchio. L’orologio fuoriesce dal coperchio e anch’esso è contornato da smalti rossi. All'interno sono presenti necessaire.
Note di catalogo:
Il presente cofanetto è molto simile a un gruppo di cofanetti che sono stati identificati come inglesi e cinesi, tra cui una coppia di cofanetti montati in agata (si veda David S. Howard, A Tale of Three Cities, Canton, Shanghai & Hong Kong, Sotheby's, London, 1997 cat. n° 307, pag 226) e un singolo cofanetto nella collezione del Museo del Palazzo della Città Proibita (si veda The Complete Collection of Treasures of the Palace Museum - Scientific and Technical instruments of the Qing Dynasty, vol. 52 pag 211, n° 186). È probabile che tutti questi scrigni siano stati realizzati nell'ultimo quarto del XVIII secolo. Considerando che il gusto in Europa in quel periodo era per il neoclassico, l'uso di motivi rococò e neoclassici mescolati ad alcune decorazioni cinesi presuppone che i cofanetti siano stati probabilmente realizzati per il mercato cinese e non per l'esportazione in Europa, soprattutto se si considera lo stile simile dei magnifici orologi automatici e degli oggetti, tra cui il cofanetto sopra menzionato, che si trovano nella Collezione Imperiale. Inoltre, sebbene questi pezzi siano alla maniera di James Cox (si veda Roger Smith, James Cox (c.1723-1800): A Revised Biography, The Burlington Magazine, Vol. 142, No. 1167, June, 2000, pag 353-361), la qualità e il trattamento dei materiali non sembrano essere inglesi o europei. Pertanto, è possibile concludere che questi pezzi fossero realizzati probabilmente in Cina per il mercato cinese, forse imitando alcuni dei pezzi più raffinati di Cox eseguiti in agata, ormolu e oro.
Si veda il cofanetto venduto da Sotheby's, S/O Saperstein, 19 Aprile 2012, New York, lot n° 253. Si veda anche Sotheby's, asta numero N09207, Important European Decorative Arts, 22 Ottobre 2014, New York, lot n° 303.